martedì 27 gennaio 2009

Colazione da Starbucks di LAURA FITZGERALD


La strada tra Teheran e Tucson, Arizona, è lunga, e Tami Soroush, giovane ragazza iraniana, non ha nessuna intenzione di percorrerla una seconda volta, specie in senso contrario. Il giorno del suo ventisettesimo compleanno ha ricevuto un regalo speciale dai genitori: un biglietto di sola andata per gli Stati Uniti, a caccia di fortuna. Ed eccola in America, tra mille novità.

Dal suo primo reggiseno di Victoria's Secret al primo giro in scooter fino alla prima danza country, Tami è finalmente libera dall'obbligo di portare l'hijab e dalle rigide regole del suo paese. Ma la legge sull'immigrazione parla chiaro: il suo visto scadrà nel giro di tre mesi, dopodichè dovrà tornare a casa. Ecco perchè deve assolutamente trovare un marito che possieda la preziosa cittadinanza e acconsenta a un matrimonio combinato.

La sorella maggiore e il cognato, emigrati prima di Tami e ben inseriti nella comunità iraniano-americana, fanno del loro meglio per presentarle dei possibili candidati. Ma l'impresa è tutt'altro che facile e a complicare le cose ci si mette pure l'incontro con il manager di Starbucks, Ike, che, a parte avere gli occhi blu come il Mar Caspio, con l'Iran e le sue tradizioni non c'entra proprio un bel niente.

E' nel suo corso di inglese che Tami troverà la salvezza, e con l'incoraggiamento di un vulcanico gruppo di nuovi amici potrà continuare a coltivare il suo sogno americano.

Colazione da Starbucks è uno sguardo ironico e brillante sulle differenze tra Oriente e Occidente. Leggere le avventure di Tami, raggiante perchè può finalmente sedersi da sola in un caffè, comprare lingerie e andare in giro senza essere scortata da un parente, vi conquisterà.

domenica 25 gennaio 2009

Australia

Australia, 1939. La bella, raffinata (ma in egual misura anche determinata) Lady Sarah Ashley (Nicole Kidman) intraprende il lungo viaggio che la porterà dal Regno Unito al selvaggio continente australiano, fortemente intenzionata a riprendere le briglie sul marito e sulla sua proprietà, Faraway Downs, uno sperduto ranch nel cuore dell’Australia settentrionale. Una volta lì, non farà in tempo a ricredersi su molte delle “facili” certezze costruite nella propria, britannica, gabbia dorata, che dovrà letteralmente rimboccarsi le maniche per riuscire a farsi rispettare e far quadrare i conti non solo di Faraway Downs, ma della propria vita, o, per usare la terminologia del film, della propria storia. L’incontro con il mandriano senza nome (sarà sempre chiamato semplicemente “Drover”) interpretato da Hugh Jackman, e col piccolo meticcio Nullah (Brandon Walters), saranno la chiave di volta per una vera e propria rinascita per l’avvenente ma testardissima milady. Tra una transumanza e l’altra, nel singolare walzer di destini che si incrociano e di intrallazzi politico-commerciali, e con l’approssimarsi di un secondo conflitto mondiale solo apparentemente lontano, Lady Ashley è come se si trasfigurasse in una personalissima versione western della Dorothy de Il mago di Oz: lunga sarà infatti la sua epopea verso “il miglior posto che possa esistere: casa”.

L’Australia dipinta in questo film non è quella mediata dall’occhio statunitense che siamo abituati a pensare: quella dei vari Mr Crocodile Dundee per intenderci. Questa è l’Australia dipinta nei libri di Tim Winton o Sally Morgan, o che ritroviamo in film come Picnic a Hanging Rock, ovvero la colonia inglese più bistrattata, sfruttata e fraintesa nella sua essenza originaria fra tutte, i cui abitanti sono o discendenti dei galeotti qui deportati nel secolo precedente, o signorotti troppo attaccati alla propria cultura d’origine per potersi integrare davvero. Oltre ai nativi aborigeni, che subiscono la segregazione e la svalorizzazione delle proprie radici alla stregua dei “cugini” americani. E in mezzo a tutto questo, la cosiddetta generazione rubata, ovvero i mezzosangue nati dallo sfruttamento delle schiave di colore e sradicati a forza dalla propria culla d’origine per essere resi quello che non possono essere. Più di centomila bambini strappati alle proprie madri “in nome della civiltà”, e di cui Luhrmann si fa portavoce, tramite la centralissima figura di Nullah, il ragazzino che Lady Sarah vuole adottare. E’ proprio Nullah, per certi versi, il vero protagonista della storia, insieme al nonno sciamano. Incarna infatti lo spirito originale dell’Australia, così densa di naturali forze misteriose, incomprensibili, ma, al contempo, irresistibilmente affascinanti per l’uomo bianco.Comprendere e accettare la magia naturale degli aborigeni è focale per poter a sua volta carpire e accettare l’intero film: non a caso il regista ha voluto nel cast solo attori australiani, che hanno nel proprio dna la credenza al “dogma” dei misteri dell’outback, e non si sarebbero posti problemi nell’accettare situazioni che ad attori british e yankee sarebbero sicuramente parse un po’ forzate. Il ricorso ai poteri sciamanici e certe frasi ricorrenti suonano invero quasi ridicoli, anche per la loro importanza nella risoluzione di certi eventi, se non si è disposti a “crederci” per davvero. Soprattutto perché il film non è un action movie di fanta-archeologia ma un moderno film epico come non se ne vedono da decenni: le situazioni, lo stile, la regia non fanno infatti che ricordare i classici Casablanca, Via col Vento, Lawrence d’Arabia.

Quattro film (più uno incompiuto) in sedici anni: non si può certo dire che Baz Luhrmann sia un tipo frettoloso. Anzi, la cura che ha sempre mostrato nei suoi lavori, unita ad una sana dose di sperimentalismo, mista ad uno smisurato amore per i classici della propria infanzia, per il teatro e per il musical, hanno visibilmente segnato il suo cinema; a partire da Ballroom, passando per Romeo+Juliet, per arrivare al suo capolavoro, il tanto acclamato Moulin Rouge che gli ha valso imperitura fama internazionale. Ora, dopo una lunghissima fase di preproduzione, sei mesi di riprese, migliaia di veri animali più o meno selvatici lasciati a scorrazzare sulle sconfinate pianure dell’outback, il regista australiano è lieto (dalla pellicola si direbbe anzi fiero) di presentarci Australia, che, come al solito nel suo cinema, tende a mescolare il modo più classico di raccontare per immagini con il gusto per il musicale e il post-moderno. Con, sta volta, un fondamentale ingrediente in più: la ferrea volontà di omaggiare la propria terra natia per quella che è, e non per come è conosciuta da gran parte del pubblico.

venerdì 23 gennaio 2009

Pochi inutili nascondigli di GIORGIO FALETTI

Sette racconti, sette storie, sette viaggi verso non si sa dove.

Intorno a ognuno di noi, dentro a ognuno di noi, c’è sempre una parte oscura, un lato in ombra che la luce della ragione ha timore di illuminare per paura di ritrovarsi sconfitta. E in questa zona buia e fantastica si muovono i personaggi di questa antologia, uomini e donne che si trasformano in vittime o carnefici quando si trovano all’improvviso di fronte a un mondo sconosciuto, a un nuovo volto nello specchio, a quella cupa forma di angoscia che solo l’incomprensibile può trasformare in orrore.

Nel buio nessuno è al sicuro

lunedì 19 gennaio 2009

Lezioni di pilates


In questi giorni, complice la curiosità che mi ha fatto venire la mia cara amica Neremir, ho deciso di provare a fare Pilates.Non sapevo e non so assolutamente nulla di questa disciplina, così ho deciso di cercare qualche informazione al riguardo.

Il METODO PILATES (detto semplicemente PILATES) è stato sviluppato all’inizio del XX sec. (1920 circa) da Joseph Pilates, tedesco, figlio di un ginnasta e di una naturopata.
I principi basilari di questa disciplina sono 6:

- RESPIRAZIONE controllata e guidata dall’aiuto dell’insegnante (si inspira nel cominciare l’esercizio e si espira nel momento dello sforzo);
- BARICENTRO detto POWER HOUSE, centro di forza e controllo di tutto il corpo;
- PRECISIONE movimenti lenti, vicini alla perfezione, feedback continuo tra allievo e insegnante;
- CONCENTRAZIONE massima attenzione durante gli esercizi, la mente guida il corpo;
- CONTROLLO nessun movimento trascurato o sconsiderato;
- FLUIDITA’ sintesi dei punti precedenti, pilates come “poesia in movimento”.

L’idea generale è che la mente deve controllare il corpo. Gli esercizi si concentrano sui muscoli posturali, utili al bilanciamento del corpo, che costituiscono il supporto della colonna vertebrale.Si ottiene con il Pilates una grande consapevolezza del respiro e dell’allineamento della colonna e si rinforzano i muscoli del tronco, in modo da allievare e prevenire il mal di schiena.Si rinforzano gli addominali e le fasce muscolari più profonde, tramite la tonificazione e il rinforzo della Power House (addome, glutei, adduttori, zona lombare).Gli esercizi sul tappettino vengono detti MAT WORK, sono lenti, fluidi e perfettamente eseguiti, abbinati sempre a una corretta respirazione. Si usano però anche diversi altri attrezzi, come la FIT BALL, la GYM BALL o il CIRCLE ad esempio.

I gradi del pilates. Il metodo del Pilates si sviluppa per gradi, con protocolli standard di esercizi con carico e livello di difficoltà sempre maggiore, i livelli di apprendimento sono 4: LIVELLO BASE; LIVELLO INTERMEDIO, LIVELLO AVANZATO e LIVELLO SUPER-AVANZATO.

Gli esercizi del pilates.

- HUNDRED allenamento della muscolatura addominale, sdraiati sulla schiena > sollevare braccia / capo / spalle > muovere le braccia tese dall’alto verso il basso ritmicamente per 100 battute (inspirare per 5, espirare per 5 e cosi via…) > varianti: gambe flesse appoggiate a terra; gambe flesse 90gradi posizione pilates; gambe tese alzate.
- ROLL UP / ROLL DOWN allungamento e rinforzo della colonna vertebrale, in piedi o sdraiati, alzarsi o piegarsi snocciolando la colonna vertebrale vertebra dopo vertebra molto lentamente in modo fluido.
- SHOULDER BRIDGE movimento del ponte sulle spalle (bacino verso l’alto, collo allungato, spalle basse, glutei contratti); le varianti sono quelle dell’alzare le gambe piegate o distese durante la permanenza a ponte.
- SWIMMING forza e flessibilità per la parte superiore della schiena: sdraiati pancia a terra, allungare le gambe e le braccia alternativamente (gamba dx / braccio sx e viceversa); la testa può essere a sua volta sollevata; questo esercizio può essere svolto anche a quattro zampe, con alcune varianti come il piegamento della gamba verso i glutei.
- ROLLING LIKE A BALL il corpo dondola avanti e indietro sulla colonna vertebrale come una palla che rotola; seduti gambe piegate, si sta appoggiati solo sull’osso sacro, schiena arcuata a palla, rotolare poggiando le scapole ma non la testa e poi tornare alla posizione di partenza senza poggiare i piedi.

Ma soprattutto bisogna ricordare queste due cose: “ombelico dentro” e “mandarino sotto il mento” ^__^

martedì 13 gennaio 2009

I love shopping in bianco di SOPHIE KINSELLA


Per Becky Bloomwood le cose sembrano andare finalmente per il verso giusto. Ormai da un anno vive felice e spensierata in un favoloso appartamento a Manhattan con il fidanzato Luke. Ma quando un bel giorno lui le chiede di sposarlo, la vita di colpo prende una piega inaspettata. La mamma di Becky vuole a tutti i costi che lei si sposi a casa, alla periferia di Londra. Ma la terribile madre di Luke ha un mente ben altri piani nella sfavillante New York. Becky non vorrebbe deludere nessuno, tantomeno se stessa, e così si trova nuovamente nei guai. Perché la sposa è una, lei. E i matrimoni sono due. In due continenti doversi. Lo stesso giorno.

sabato 3 gennaio 2009

Brisingr di CHRISTOPHER PAOLINI


Molte cose sono cambiate nella vita di Eragon da quando l'uovo della dragonessa Saphira è comparso dal nulla sulla Grande Dorsale: suo zio è stato ucciso, Brom il cantastorie si è sacrificato per proteggerlo dai terribili Ra'zac, il fratello che non sapeva di avere si è rivelato uno dei suoi peggiori nemici. Molte cose sono cambiate, altre no: Galbatorix soffoca ancora Alagaesia con la sua tirannia, e il giovane Cavaliere e la sua dragonessa rimagono l'ultima speranza di detronizzarlo.

Ma Eragon è davvero all'altezza di questo compito? Nella battaglia delle Pianure Ardenti, Murtagh e Castigo si sono dimostrati avversari pericolosi; il sangue di cui si è macchiato tormenta le sue notti insonni; l'arma che gli era stata donata non è più nelle sue mani. E non c'è tempo di tornare dagli elfi, non c'è tempo di riposare, non c'è tempo di trovare una nuova spada: Katrina è nelle mani di Galbatorix, e per salvarla bisogna entrare nell'Helgrind, dove orribili sacrifici umani vengono compiuti tutti i giorni...

Una fanciulla da liberare
Un fratello da combattere
Un'eredità da reclamare