martedì 29 dicembre 2009

La principessa e il ranocchio

New Orleans, età del jazz. Tiana lavora sodo e senza sosta per accumulare il denaro che servirà a realizzare il sogno che lei e il padre formularono quando era bambina: un ristorante, con ottimo cibo e ottima musica. Intanto il principe reale Naveen sbarca in Lousiana e le ragazze della città impazziscono per vederlo, ma lui si lascia presto abbindolare dal malvagio Facilier, dedito alle arti oscure, e finisce trasformato in un ranocchio. Scambiando la bella Tiana per una principessa, nel corso di una festa da ballo, implora da lei il bacio che, secondo le favole, lo farà tornare umano ma accade l'imprevisto ed è Tiana a trasformarsi a sua volta in una graziosissima, viscida ranocchia.Per poter donare la felicità agli altri, attraverso il piacere del cibo, Tiana dovrà prima conoscere la felicità per sé, attraverso l'amore, e capire che un sogno non è pienamente bello se non è condiviso. Ad un certo punto il principe dovrà prendere il posto di suo padre, così vuole la fiaba e la vita. Ci sono mondi, però, dove l'incontro tra la sguattera e il signorino non ha chances e mondi dove tutto è possibile, che i coccodrilli suonino la tromba, che un'allegra vecchietta del Bayou si diletti di voodoo a 197 anni, che una lucciola corteggi una stella e che la cameriera e il principe si ritrovino accumunati per avventuroso e sentimentale destino. Al quarantanovesimo film, la Disney si rinnova guardando al passato, tornando al disegno fatto a mano, ai fratelli Grimm, ad un'ambientazione in parte metropolitana, abitata da esseri umani, e in parte più fiabesca, immersa nella natura, in quel regno animale che da sempre ha qualcosa da insegnare al primo, in termini di verità, di libertà, di collaborazione. O improvvisazione collettiva, per dirla in chiave jazz. Come nella fiaba di partenza, che qui dà esclusivamente il la, il viaggio nel regno animale è un momento necessario e circoscritto, prima dell'ingresso nel mondo adulto, ma la scelta di ambientare il lungometraggio a New Orleans, sotto questa luce, non risponde solo ad un banale criterio di diversificazione ed esotismo, ma anche all'individuazione di un luogo dove tradizione e innovazione vanno a braccetto e dove la festa che viene presa maggiormente sul serio è la follia del carnevale.

giovedì 24 dicembre 2009

giovedì 17 dicembre 2009

A Christmas carol

Il vecchio e avaro strozzino Ebenezer Scrooge non ha alcuna intenzione di condividere le gioie del Natale. Né con il nipote Fred né con il suo dipendente Bob, che riceve uno stipendio da fame e ha una famiglia numerosa, né tantomeno con chi gli chiede sottoscrizioni in favore dei più diseredati. Per lui il Natale è solo un giorno in cui deve pagare Bob che resterà però a casa. La notte della vigilia compare però, terrorizzandolo, il fantasma del suo socio in affari Marley, morto sette anni prima. Marley gli annuncia l'arrivo di tre Spiriti. Uno gli mostrerà i suoi Natali passati, uno quello presente e l'ultimo quello futuro in cui lui sarà morto e nessuno avrà un buon ricordo della sua esistenza. La lezione gli servirà.Di "Canto di Natale" di Dickens il cinema si è impossessato sin dal 1914 e non ha smesso di occuparsene nel corso dei decenni a venire coinvolgendovi Paperone e soci, Bill Murray nei panni di un magnate televisivo e perfino i Muppets. Poteva mancare il 3D? Ovviamente no. Poteva Zemeckis, sperimentatore delle potenzialità del cinema da sempre, non tentare l'impresa? La risposta è ancora no. Al suo fianco trova il talento sempre più affinato e 'natalizio' (è stato Il Grinch ricordate?) di Jim Carrey che è pronto a quadruplicarsi (Scrooge e i tre spiriti) per questa storia 'morale' che resta valida oggi così come nel 1843. Utilizzando il Performance capture (una tecnologia che permette di riprendere gli attori con cineprese computerizzate che spaziano a 360° gradi per poi trasformarli in personaggi da animazione) Zemeckis avrebbe potuto prendersi tutte le libertà. Invece si è attenuto con grande fedeltà al testo quasi che, appunto, vi riscontrasse una grande attualità che non abbisognava di adattamenti. Gli Scrooge non mancano nel mondo odierno (anche se magari vanno in palestra e sono eternamente abbronzati) e avrebbero anch'essi bisogno di uno sguardo retrospettivo unito a uno verso il futuro destinati a far loro percepire la fragilità dell'esistenza umana. Zemeckis coglie il profondo senso morale dell'opera di Dickens e non ne attenua i toni. Ne nasce quindi un film non adatto ai più piccoli (le scene con Marley e con lo Spirito dei Natali Futuri sono degne di un horror di classe, per di più in tre dimensioni). E' però capace di far riflettere con efficacia non tanto su una visione edulcorata del Natale quanto piuttosto sul senso che la vita di ognuno (credente o non credente che sia, considerata la non leggera considerazione sugli uomini di chiesa pronunciata dal quasi mitologico Spirito del Natale Presente) può assumere su questa terra. Il 3D con le sue magie lo aiuta nell'impresa offrendogli una dimensione che si colloca costantemente sul confine tra l'immaginario e il 'reale' con grande effetto.

domenica 13 dicembre 2009

Fragile Eternity di MELISSA MARR

Seth non avrebbe mai immaginato di desiderare una relazione stabile, prima che nella sua vita arrivasse Aislinn: lei è tutto quanto ha sempre sognato e ora la vuole accanto a sè, per sempre. Ma per sempre assume un nuovo significato quando la tua ragazza è diventata l'immortale Regina dell'Estate. Aislinn, d'altro canto, non avrebbe mai immaginato di trasformarsi in una delle creature fatate che la terrorizzano: ma anche questo accadeva prima dell'arrivo di Keenan, il ragazzo che per averla al fianco l'ha privata della sua mortalità. Ora questa giovane fata, ancora legata alla vita terrena, si trova di fronte a sfide e a seduzioni che vanno oltre ogni più incredibile supposizione e che porranno duramente alla prova la sua integrità e il suo amore. Nell'ipnotico terzo capitolo della saga di Melissa Marr, Seth e Aislinn lottano per restare fedeli l'uno all'altra in un universo in cui i ruoli si confondono, i patti si fanno instabili, gli amici diventano nemici e un solo passo falso può far sprofondare l'universo nel caos.

"Era già senza scarpe, con i capelli sciolti, liberi dall'acconciatura che li aveva tenuti raccolti durante i Girotondi dell'Estate d cui veniva. Insieme a Keenan. Il pensiero di lei tra le braccia del suo re lo mise immediatamente in tensione. Quelle notti di danze si ripetevano ogni mese ma, per quanto si sforzasse, Seth continuava a essere geloso. Ma adesso non è con lui. E' qui."

martedì 8 dicembre 2009

Dorian Gray

Nella Londra Vittoriana arriva Dorian Gray, un giovane uomo di straordinaria bellezza e nobiltà. Sensibile e impressionabile, Dorian viene molto presto coinvolto e trascinato nel vortice della mondanità dal carismatico Lord Wotton, incallito fedifrago sposato a Lady Victoria. Colpito dal suo bel sembiante, il pittore Basil Hallward lo cattura nei colori e sulla tela. Il giorno dell'inaugurazione del ritratto, Dorian pronuncia un giuramento e il desiderio di restare giovane per sempre. Conteso dall'interesse di Lord Wotton e dall'amore di Hallward, Dorian dissipa la sua eterna e giovane vita tra bordelli e teatri, libertinaggio sfrenato e promesse di matrimonio, prostitute consumate e spose ripudiate, senza che il suo volto patisca il segno del vizio. A sfigurarsi e a insozzarsi è la sua anima, incorniciata e fissata sulle pareti di una casa troppo grande. Spaventato dal deperimento del ritratto, Dorian lo ripone in soffitta, lontano dallo sguardo dei gentiluomini e delle nobildonne che affollano insaziabili la sua esistenza e i suoi salotti. Mentre il tempo scorre e appassisce i volti e le volontà dei suoi amici, Dorian resta fedele alla sua bellezza e al suo diabolico patto. Soltanto l'amore per la figlia di Henry Wotton potrà redimerlo e annullare i malefici effetti del maligno.

Questo film di Oliver Parker non rende giustizia al testo letterario e alla sua forza: è greve, piatto Ben Barnes è abbastanza bello da poter interpretare Dorian Gray, ma sembra non avere alcuna familiarità con la recitazione; Colin Firth pare trovarsi nel film per caso. E' tutto risaputo e patinato, il meno wildiano possibile e di sensualità liberty e di peccati veri non c'è l'ombra.

martedì 1 dicembre 2009

La dura verità

Abby Richter è produttrice di successo di un talk show mattutino, ma è molto meno fortunata nel privato, nei rapporti di coppia. Quando il suo programma subisce un calo degli ascolti, è costretta a dare spazio a un nuovo opinionista, lo spudorato e (apparentemente) cinico Mike Chadway, che promette di rivelare senza mezzi termini cosa pensano veramente gli uomini delle donne e come agire, da entrambi i lati, di conseguenza. Gli ascolti del network si impennano e la stessa Abby decide suo malgrado di seguire i consigli del brutale esperto per sedurre il vicino di casa, Colin. La dura verità si presenta come una variazione sul tema "battaglia fra i sessi" - che della commedia è una costola importante, un vero e proprio organo interno - e schiera da un lato la donna, insicura, restia a valorizzarsi, dall'altro l'uomo, che sembra sapere tutto di se stesso ma solo perché c'è ben poco da sapere. Secondo qualcuno gli uomini verebbero da Marte e le donne da Venere, altri affermano che gli uomini e le donne sono uguali. La (dura) verità sta nel mezzo ed è rivelata da Robert Luketic (La rivincita delle bionde, Appuntamente da sogno!) nella commedia romantica che vede Katherine Heigl e Gerard Butler confrontarsi sull'amore in una battaglia dei sessi all'ultima battuta. Molte donne si riconosceranno in Abby e nel suo atteggiamento maniacale nei confronti del controllo. Sebbene sia un pochino estremo, è possibile riscontrarlo in molte donne. Pur esasperando il tema, La dura verità parla delle differenze tra i sessi e di come a volte bisogna scendere a dei compromessi in amore senza per questo cambiare totalmente il proprio modo di essere.

sabato 28 novembre 2009

The Backstreet Boys!!!! Live @ Milano

Everybody
Rock your body
Everybody
Rock your body right
Backstreet's Back alright !
I'll never break your heart
I'lll never make you cry
I'd rather die than live without you
I'll give you all of me
Honey that's no lie
You are my fire
The one desire
Believe when I say
I want it that way
I'll be the one
Who will make all your sorrows undone
I'll be the light
When you feel like there's nowhere to run
I'll be the one
To hold you and make sure that you'll be alright
But you don't care
You keep sticking around
While I'm actin a clown
You're bigger
Than me
Cuz you're still here
Your feet stuck to the ground
Despite how silly it sounds
You're bigger
Than me
I could be the one
Give you all my love
Forget what he has done to you
I'm here now
Open up to me
Love will set you free
If ever you believe it
Please believe in me
This is us

giovedì 26 novembre 2009

Io sono Dio di Giorgio Faletti

Non c'è morbosità apparente dietro le azioni del serial killer che tiene in scacco la città di New York. Non sceglie le vittime seguendo complicati percorsi mentali. Non le guarda negli occhi a una a una mentre muoiono, anche perchè non avrebbe abbastanza occhi per farlo. Una giovane detective che nasconde i propri drammi personali dietro a una solida immagine e un fotoreporter con un passato discutibile da farsi perdonare sono l'unica speranza di poter fermare uno psicopatico che nemmeno rivendica le proprie azioni. Un uomo che sta compiendo una vendetta terribile per un dolore che affonda le radici in una delle più grandi tragedie americane. Un uomo che dice di essere Dio.

"Le guerre finiscono. L'odio dura per sempre."

lunedì 23 novembre 2009

ansia, ansia e ancora ANSIA!


Domani è il gran giorno: THIS IS US tour! Milano sto arrivandoooooo... BACKSTREET'S BACK ALRIGHT!

domenica 22 novembre 2009

sabato 21 novembre 2009

The Twilight saga: New Moon

Ultimo anno di liceo. Forks. Il giorno del suo diciottesimo compleanno Bella entra in crisi, poiché mentre lei è destinata ad invecchiare, Edward, l'innamorato vampiro, rimarrà per sempre un diciassettenne. Incapace di proteggerla dal dolore, il ragazzo lascia la cittadina insieme alla famiglia, chiedendole di non fare gesti sconsiderati e promettendole di non tornare. Bella, però, scopre che sfidando la sorte può rivederlo, anche solo per pochi secondi e, come se non bastasse, trova conforto nell'amico Jakob, che è un licantropo e dunque un nemico naturale e giurato dei vampiri. New Moon, il secondo capitolo della saga di Twilight, scosta le tende del sipario e la rivela per quel che realmente è, ovvero una rappresentazione dell'amore romantico, l'allestimento di una fiaba, dove Bella è l'eroina contesa e in pericolo costante, Edward il principe vittima di un crudele incantesimo e il "per sempre" è il finale scritto in partenza, non in uno ma in multipli modi. Passando per il richiamo esplicito a “Romeo e Giulietta” e approdando alla scenografia trionfale e al costume della sequenza presso i Volturi, all'interno della “ricostruzione” per la festa di S. Marco, Chris Weitz anziché abbigliarla di fatto spoglia la saga di Twilight delle sue coperture (il college-movie, il “mistery") e ne espone lo scheletro. Resta l'idea di utilizzare la metafora del mostro per parlare di quei sentimenti umani la cui intensità supera la razionalità (l'utopia di un amore che possa proteggere dal male, per esempio) ma non è cosa nuova e meno che mai espressa in modo nuovo. A poco serve, dunque, ribaltare i ruoli e dipingere un Edward flemmatico e sacrificale, conciato da Cristo morto (e quanti riferimenti a inferno e paradiso…), e una Bella assetata di adrenalina che si cimenta a più riprese nella morte per finta, quasi fossero le prove generali (di nuovo: lo spettacolo) della trasformazione che le toglierà (forse) la vita ma le negherà ugualmente la morte. Non sono certo i dialoghi, infine, a scongiurare la noia. Si ripetono in circolo (vizioso) i versi universalmente noti del sentimento amoroso, senza ricerca alcuna del particolare, dello scarto: Weitz si appoggia al lascito della Hardwicke per quel che concerne l'impianto visivo generale, alla fantasy(a) della Meyer per la sostanza del racconto, al puritanesimo che veglia sull'intera operazione narrativa e produttiva; poi, là dove non ha voce, stende un tappeto sonoro continuo e adotta un'estetica da videoclip che, però, è ripiego, scorciatoia evidente.I Volturi puniscono i vampiri che danno spettacolo di sé, ma era quello che chiedevamo di vedere e ci è stato negato.

domenica 15 novembre 2009

L'uomo che fissa le capre

In Iraq a caccia di scoop e per dimenticare le sue pene d’amore, il reporter Bob Wilson s’imbatte in un militare di nome Cassady dotato di strani poteri e che dice di fare parte di una sezione paranormale dell’esercito Usa. Divenuti amici, i due si mettono alla ricerca di Django, il fondatore della New Earth Army, un folle plotone di “cavalieri jedi” un po’ hippie e un po’ zen.

Assurdo ma vero. Negli anni ’80 l’esercito americano addestrò un gruppo di militari dotati di “superpoteri”, in grado di piegare cucchiai col pensiero o di uccidere le capre con l’ipnosi. Basata sul libro-inchiesta di Jon Ronson, la pellicola comincia stralunata come un’opera dei Coen, si trasforma in una parodia bellica alla “M.A.S.H.” e si chiude con un elogio all’eroismo dei sognatori. In equilibrio fra commedia grottesca e critica politica, il film conquista risate e simpatia a ogni fotogramma.

NO CAPRE. NO GLORY.

venerdì 13 novembre 2009

I due lupi

"Nonno, perchè gli uomini combattono?"
Il vecchio, gli occhi rivolti al sole calante, al giorno che stava perdendo la sua battaglia con la notte, parlò con voce calma. "Ogni uomo, prima o poi, è chiamato a farlo. Per ogni uomo c'è sempre una battaglia che aspetta di essere combattuta, da vincere o da perdere. Perchè lo scontro più feroce è quello che avviene fra i due lupi."
"Quali lupi, nonno?"
"Quelli che ogni uomo porta dentro di sè."
Il bambino non riusciva a capire. Attese che il nonno rompesse l'attimo di silenzio che aveva lasciato cadere fra loro, forse per accendere la sua curiosità. Infine, il vecchio che aveva dentro di sè la saggezza del tempo riprese con il suo tono calmo.
"Ci sono due lupi in ognuno di noi. Uno è cattivo e vive di odio, gelosia, invidia, risentimento, falso orgoglio, bugie e egoismo."
Il vecchio fece di nuovo una pausa, questa volta per dargli modo di capire quello che aveva appena detto.
"E l'altro?"
"L'altro è il lupo buono. Vive di pace, amore, speranza, generosità, compassione, umiltà e fede."
Il bambino rimase a pensare un istante a quello che il nonno gli aveva appena raccontato. Poi diede voce alla sua curiosità e al suo pensiero.
"E quale lupo vince?"
Il vecchio Cherokee si girò a guardarlo e rispose con occhi puliti.
"Quello che nutri di più."
(Giorgio Faletti - Io sono Dio)

mercoledì 11 novembre 2009

UP

In una sala cinematografica si proietta un cinegiornale su un esploratore, Charles Muntz, che è tornato dall'America del Sud con lo scheletro di un uccello che la scienza ufficiale qualifica come falso. Muntz riparte per dimostrare la sua onestà. Un bambino occhialuto, Carl, è in sala. Muntz è il suo eroe. Incontrerà una bambina, Ellie, che ha la sua stessa passione. I due cresceranno insieme e si sposeranno. Un giorno però Carl si ritrova vedovo con la sua villetta circondata da un cantiere e con il sogno che i contrattempi della vita non hanno mai permesso a lui ed Ellie di realizzare: una casa in prossimità delle cascate citate da Muntz come luogo della sua scoperta. Un giorno un Giovane Esploratore bussa alla sua porta. Sarà con lui che Carl, senza volerlo, comincerà a realizzare il sogno.Un film di animazione (targato Disney) ha aperto per la prima volta il Festival di Cannes. Si è trattato di un segnale molto preciso se si considera che la Major americana era assente da 5 anni dalla Croisette (l'ultima volta aveva presentato Ladykillers) e proponeva un film in 3D. La tridimensionalità viene utilizzata in questo film senza le esagerazioni effettistiche che, come sempre, accompagnano le fasi nodali della storia della settima arte a partire dall'invenzione del sonoro.Il rischio che la sceneggiatura si mettesse al servizio della tecnologia c'era ma è stato brillantemente evitato. Semmai sussiste la possibilità che Up piaccia più agli adulti che ai bambini i quali dovranno attendere l'arrivo del solerte e tondeggiante Giovane Esploratore per avviare il necessario processo di identificazione nell'avventura. Fino ad allora ci viene narrata la tenera e delicata storia di un venditore di palloncini con la passione per l'avventura condivisa da un'amica e poi compagna per la vita.La sequenza in cui si narra il percorso di Carl ed Ellie partendo dall'infanzia sino ad arrivare alla morte di lei è di quelle che si fanno ricordare per la divertita sensibilità con cui è costruita. Le citazioni cinematografiche non mancano (a partire dalla somiglianza del protagonista anziano con Spencer Tracy per finire con il vecchio Muntz che ricorda Vincent Price passando per echi spielberghiani) ma non hanno la pesante insistenza che si può rinvenire in altri film di animazione. Perché questo è un film leggero. Leggero su temi ponderosi come quello dell'invecchiare da soli, dei sogni non realizzati, della memoria viva di chi ci ha lasciati, del rapporto giovani/anziani. Un film leggero come quei palloni che portano magrittianamente nei cieli un'intera casa liberandola da un mondo incapace di comprendere i sogni.

L'uomo dei palloncini può ancora farci sognare.

sabato 7 novembre 2009

I love shopping con mia sorella di SOPHIE KINSELLA

Becky Bloomwood, ora felicemente sposata, è di ritorno a Londra dopo dieci indimenticabili mesi di luna di miele. La vita matrimoniale è un sogno, se non fosse che Luke ha deciso che, per frenare le spese inutili della moglie, controllerà personalmente il budget familiare. E così quando Becky rimette piede a casa è un po' giù: non ha più un lavoro, e la sua adorata Suze sembra aver trovato una nuova amica del cuore. Si sente sola e in più non può spendere! Come se non bastasse i suoi genitori si comportano in modo bizzarro, come se le nascondessero qualcosa... Ma quel qualcosa è in realtà una notizia incredibile! Becky ha una sorella quasi coetanea! E quando Becky lo scopre non sta più nella pelle, non vede l'ora di incontrarla. Finalmente qualcuno con cui condividere tante cose divertenti. Qualcuno con cui fare shopping, scegliere scarpe, vestiti, oggetti per la casa... Perchè sua sorella sarà sicuramente come lei... o no?

venerdì 6 novembre 2009

That's what friends are for

Keep smilin', keep shinin',
Knowing you can always count on me
For sure, that's what friends are for
In good times and bad times
I'll be on your side forever more
That's what friends are for

mercoledì 4 novembre 2009

Bastardi senza gloria

L'ultimo film di Tarantino non è ne un film di guerra ne la solita pellicola sul nazismo e gli ebrei. Inglorious Basterds inizia come una fiaba, “C’era una volta…” , ma il racconto è tuttaltro che fiabesco (con Tarantino non poteva essere altrimenti), sebbene il regista cambi la storia della seconda guerra mondiale e del nazismo. Il racconto questa volta è lineare, e i flashback ridotti all’essenziale, i dialoghi sono sofisticati, soprattutto quando a parlare è Lande. A dispetto della lunghezza del film, non si ha il tempo di annoiarsi, la sceneggiatura (probabile Oscar) mescola momenti di tensione con lampi di ironia, creando un crescendo di suspense, sin dalla prima scena. Nel colloquio che Lande tiene con il contadino, ad un certo punto il colonnello nazista compara gli ebrei ai ratti. Il paragone potrebbe infastidire qualcuno, ma lui è un cacciatore di ebrei, che agisce come un tedesco e allo stesso tempo riesce a pensare come un ebreo, infatti la famiglia Dreyfus si nasconde sotto le tavole del pavimento, e lui li elimina come fossero dei ratti. Nel film i personaggi recitano in diverse lingue, francese, tedesco, inglese, italiano e siciliano, soprattutto l’attore austriaco Christoph Waltz, con una perfomance che probabilmente verrà premiata con un Oscar.Tarantino decide di affrontare con Inglorious Basterds l’avvenimento storico della seconda guerra mondiale e della persecuzione degli ebrei , scelta che avrebbe potuto far storcere il naso ai detrattori dell’artista, ai non adepti. Il regista del Tennesse (stessa città di provenienza del personaggio Aldo Raine), non è affatto impreparato sull’argomento. Conosce bene la storia, fino ai particolari: lo dimostra nella scena in cui viene smascherato il tenente Archie Hicox, che per ordinare 3 Whiskey indica il numero utilizzando l’anulare invece del pollice. Durante la seconda guerra mondiale i tedeschi riuscirono ad individuare molti americani e nemici proprio grazie a quest’escamotage. Il film è pieno di sorprese, e come è risaputo, Tarantino ha cambiato il finale della seconda guerra mondiale. La squadra dei bastardi è formata da soldati ebrei. E’ una raffinatezza culturale, perché una grande obiezione è stata mossa sempre contro la cultura ebraica, di non aver mai reagito, di non essersi difesi. Nel film invece sono armati di pugnali, fucili e dinamite, e sono pronti a farsi esplodere pur di uccidere i loro oppressori. Proprio come i palestinesi kamikazee che si fanno saltare in aria in Israele, la loro missione è un complotto terroristico. Invece non modifica la storia decidendo di non far giustiziare alcuni assassini nazisti, purtroppo è davvero andata cosi. Come è stato raccontato in “Amen”,( film, purtroppo poco conosciuto, di Costa-Gravas) gli americani hanno dato ospitalità, lavoro e alti privilegi a molti nazisti e collaboratori a vario titolo del Terzo Reich, solo che nessun “Bastardo” gli ha mai inciso con un pugnale una svastica sulla fronte. Dopo anni di dibattiti e polemiche Tarantino sembra aver ormai convinto tutti. Il regista del Tennesse non era un bluff, negli anni ha saputo affermare il suo genio, il proprio talento artistico, e se mai ce ne fosse stato ancora il bisogno, Inglorius Bestard ne è l’ennesima conferma. Probabilmente non è un caso che Aldo Raine (il suo alter ego ?), concluda il film definendo la sua ultima opera con queste parole “Questo potrebbe essere il mio capolavoro”.

Quentin Tarantino è un dannatissimo genio.

martedì 3 novembre 2009

Patience

Listen.
I know you have questions, same ones as me. How long has it been? How long will it be? When will come the mornin, we'll drive the night away. Tell me when will come the mornin of a brighter day. PATIENCE little sister, PATIENCE little brother PATIENCE, PATIENCE take each other by the hand. PATIENCE little sisters, PATIENCE little brothers, let us walk together to the promise land. Theres a river to cross and a mountain to climb, PATIENCE, PATIENCE IT'S GONNA TAKE SOME TIME.
We must walk in peace, it's the only, the only way. If we wanna see that morning of a brighter day. PATIENCE little sister, PATIENCE little brother PATIENCE, PATIENCE we're gonna find a way. PATIENCE little sisters, PATIENCE little brothers. Until the morning of a brighter day. PATIENCE 'till the the brighter day. IT GOTTA HAVE SOME PATIENCE.

lunedì 2 novembre 2009

Per l'amor di un Dio di Marie Phillips

Dura la vita per gli dei dell'Olimpo nel Ventunesimo secolo. Ridotti a un manipolo di sfaccendati, vivono in una grande casa ormai fatiscente a Hampstead Heath, a Londra. Di Zeus ed Era, confinati al terzo piano, non si sa più nulla da decenni. Ares, il dio della guerra, è l'unico a cui il lavoro non manca mai, mentre Artemide fa la dog-sitter, la splendida Afrodite lavora per una chat-line erotica, Dioniso ha aperto un night club, Eros è diventato cattolico praticante, Apollo cerca la fama in televisione e per vincere la noia va in giro a fare dispetti alle mortali...
A spezzare la monotonia di queste grigie e immortali esistenze, entra in scena Alice, una ragazza dolce e onesta quanto ingenua, che bussa alla loro porta per offrirsi come donna delle pulizie(di cui la casa ha più che mai bisogno). Complice una freccia di Eros, Apollo si innamora perdutamente di lei, che però è già fidanzata, o quasi, con Neil, un ingegnere timido e un po' imbranato. Ma il dio del sole non si rassegna a essere rifiutato da una mortale: la sua reazione finirà per scatenare una serie di eventi drammatici, trasformando il divertente romanzo di Marie Phillips in una storia d'amore avventurosa e tenera, sulla scia del mito di Orfeo ed Euridice.

sabato 24 ottobre 2009

Delitto e castigo di Fëdor Dostoevskij

A Pietroburgo lo studente Raskolnikov cerca una via d'uscita alla miseria, anche per aiutare sua madre e sua sorella Dunja che vivono poveramente in provincia e che per mantenerlo gli mandano quel che Dunja guadagna come istitutrice presso la famiglia Svidrigalov. Egli è dominato dall'idea della libertà cui ha diritto l'uomo superiore: non esita quindi ad uccidere, dopo aver progettato minuziosamente il delitto, una vecchia usuraia e la sua mite sorella Lisaveta per derubarle. Ma benchè un concorso di circostanze favorevoli svii le indagini, dal giorno del delitto Raskolnikov diventa l'implacabile giudice di se stesso. Combattuto tra il ricordo dell'uccisione e il timore ossessivo di venire scoperto, è assalito da accessi di delirio: il suo ignaro amico Razumuchin, onesto e ottimista, tenta invano di dargli sollievo. Nell'ansia di avere notizie sulle indagini ma anche per provare la sua superiorità, gioca d'àstuzia con la polizia, sfidandola: e il giudice Porfirij finisce per sospettare la sua colpevolezza, ma lo lascerà andare libero, ben calcolando che finirà lui stesso per consegnarsi nelle sue mani. Nei suoi vagabondaggi Raskolnikov incontra molti relitti umani, come lui tesi a uscire dalla loro degradazione: l'impiegato ubriacone Marmeladov, la tisica Katerina Ivanova che per fame ha spinto la figliastra Sonja alla prostituzione, Sonja stessa, la cui dolcezza di vittima finirà per dominare Raskolnikov. Ma da loro, per cui prova amore e pietà, lo separa l'atto commesso. Sarà Sonja che riceverà la confessione di Raskolnikov, che gli indicherà il valore della vita umana secondo il Cristo, e che lo spingerà, anche se ancora ribelle in cuor suo, a costituirsi. Solo in Siberia accanto a Sonja che lo ha seguito, Raskolnikov si libererà dal senso di sconfitta che gli grava addosso. Intorno a lui, gravita nel romanzo un mondo di diseredati e peccatori: dalla sorella Dunja che per aiutare la famiglia e disposto a sposare il danaroso e abbietto Luzin; a Svidrigalov, il persecutore di Dunja che, dopo aver sorpreso la confessione di Raskolnikov tenterà di ricattare la ragazza e, vistosi respinto con vero orrore, si ucciderà. Ma di questi peccatori, l'unico veramente sordido e meschino è Luzin, che cercherà di accusare falsamente Sonja di furto per mettere in cattiva luce lei e Raskolnikov che, in una lite con lui, l'ha smascherato di fronte alla madre e a Dunja.

venerdì 16 ottobre 2009

Una scomoda verità

Gli uomini sono come i taxi: quando sono disponibili la luce si accende. La prima che incontrano... la sposano. La maggior parte delle donne ha la luce accesa dalla nascita, mentre gli uomini ce l'hanno quasi sempre spenta.
(Miranda Hobbs - Sex and the City)

giovedì 15 ottobre 2009

Persino Google ha paura

Ma pensa un po'. Non si finisce mai d'imparare cose nuove. Oggi ad esempio ho scoperto che persino Google ha paura. Di chi direte voi? La risposta è presto detta: Chuck Norris. Per scoprirlo basta fare queste semplici mosse.

Andare su Google e scrivere: "where is chuck norris" e poi cliccare il tasto "mi sento fortunato".

Ecco il risultato della ricerca:

lunedì 5 ottobre 2009

This is us

Prima c'erano solo loro: Backstreet Boys (1995), Backstreet's Back (1997), Millennium (1999), Black & Blue (2000), Never Gone (2005), Unbreakable (2007)

Poi, il 02/10/2009 è arrivato lui: This is us (2009)
E con lui presente, adesso sono diventati loro: 7 album. 91 canzoni. 14 indimenticabili anni.


domenica 4 ottobre 2009

Sul tetto d'Europa!!

04/10/2009 Italvolley femminile Campione d'Europa per la seconda volta consecutiva.
GRAZIE RAGAZZE!!

venerdì 2 ottobre 2009

2nd tattoo

Oggi sono andata a fare il secondo tatuaggio e a dare una ripassatina al primo. Questo è il risultato: che ne dite?

1° tattoo spalla destra


2° tattoo collo

martedì 15 settembre 2009

mercoledì 9 settembre 2009

Ricatto d'amore

A New York le aspirazioni di un ragazzo che sogna un futuro nell'editoria, magari anche da scrittore, si infrangono contro le infinite vessazioni del suo capo, la classica donna tutto lavoro e niente divertimento. Il giorno in cui però il capo rischia di essere deportato nel natio Canada per problemi di visto si presenta l'occasione per un matrimonio di interesse, operazione di certo rischiosa ma potenzialmente foriera della sospirata promozione. L'unico problema sarà tenere in piedi la rappresentazione senza che nessuno, nemmeno l'immigrazione, se ne accorga.La commedia matrimoniale newyorchese, un vero e proprio genere a sé, va in trasferta in Alaska, dove risiedono i genitori dello sposo e dove si svolgerà gran parte del film (dopo l'opportuna introduzione cittadina). Retaggi indiani all'acqua di rose, beghe familiari di poco conto e un'evoluzione dei personaggi ai minimi storici tuttavia non inficiano eccessivamente la godibilità di un film diretto con gusto, ritmo e qualche guizzo.Come già nel precedente 27 volte in bianco ad Anne Fletcher non viene dato nulla di ciò che solitamente è concesso ai registi di questo tipo di film. Non gode di attori carismatici, non ha caratteristi d'eccezione per i ruoli di secondo piano, non ha uno script degno di questo nome (la trama vecchio stampo sembra rubata ad una commedia screwball degli anni '40) e non ha nemmeno un'ambientazione coreografica e suggestiva come New York. Ma la coreografa è lei. Anni d'esperienza nel mondo della danza in teatro consentono alla Fletcher un approccio plastico ad ogni scena e un modo di concepire la scansione del racconto che si incentra su singoli assoli di ogni personaggio invece che basarsi sulle solite scene di gruppo in cui ognuno dice la propria.In questo la solita commedia sulla battaglia fra i sessi acquista un po' di spessore. Le idee visive della Fletcher cercano la sorpresa e sono in una curiosa armonia con l'Alaska, luogo sconosciuto alla protagonista e straniante per chi non ci ha mai vissuto a causa delle sue peculiarità ambientali.

mercoledì 2 settembre 2009