martedì 27 dicembre 2011

Capodanno a New York

Se pensate che la piaga dei cinepanettoni sia una caratteristica esclusivamente nostrana vi sbagliate di grosso. Direttamente dagli Stati Uniti, infatti, arriva Capodanno a New York, film corale diretto da Gary Marshall in cui un cast numerosissimo e stellare mette in scena una commedia incentrata sui festeggiamenti del capodanno a Times Square. La pellicola è composta da episodi apparentemente disgiunti tra loro. Claire (Hilary Swank) è la vice-presidente della Times Square Alliance e sta organizzando la cerimonia annuale di Capodanno, Randy (Ashton Kutcher) è un disegnatore che odia le feste di fine d’anno vicino di casa della corista Elise (Lea Michele), Ingrid (Michelle Pfeiffer) è un’impiegata insoddisfatta e frustrata dalla propria vita che affida al giovane fattorino Paul (Zach Efron) il compito di esaudire i suoi propositi per l’anno nuovo in cambio di alcuni esclusivi inviti ad una festa, Sean (Robert De Niro) è un ammalato terminale di cancro che desidera solamente poter vedere la sfera di Times Square cadere per l’ultima volta, Jensen (Jon Bon Jovi) è una rockstar che cerca di riconquistare la sua ex-fidanzata Laura (Katherine Heigl), Kim (Sarah Jessica Parker) è una madre single che non riesce ad accettare il fatto che sua figlia sia ormai cresciuta. Tutti si troveranno a vivere storie completamente slegate tra loro che però li porteranno irrimediabilmente a riunirsi a Times Square in attesa del nuovo anno.
Nonostante i grandi nomi presenti nel cast, Capodanno a New York è un agglomerato di situazioni prevedibili e scontate intrise del più bieco perbenismo made in USA. La pellicola è la più classica delle commedie all’americana e non riesce mai a sorprendere lo spettatore portandolo fin troppe volte ad anticipare interi dialoghi e battute.
Chi cadrà nello specchietto delle allodole del grande cast si ritroverà di fronte ad un dimenticabile cinepanettone made in Hollywood svuotato da ogni volgarità e intriso nello zucchero e la morale finale, intrisa di buonismo e retorica spicciola, non potrà che portare il povero sprovveduto sulla soglia di un terribile e inesorabile coma glicemico.

sabato 24 dicembre 2011

Santa Claus Is Coming To Town



Merry Christmas everybody!

domenica 18 dicembre 2011

Il fantasma dell'Opera di Gaston Leroux

Da dove veniva quel bizzarro rumore, quel ritmo lontano?... Un canto sordo che sembrava uscire dalle pareti... Sì, si sarebbe detto che le pareti cantassero!... Il canto si faceva più chiaro... le parole erano intelligibili... si distinse una voce... una bellissima, dolcissima, accattivante voce... ma tanta dolcezza aveva comunque un timbro maschile, sicché si poteva concludere che quella voce non appartenesse a una donna...

Sono nove, a tutt'oggi, le riduzioni cinematografiche - la più bella, e la più fedele, quella del 1925 con Lon Chaney, la più recente quella diretta da Joel Schumacher, trasposizione del musical di Andrew Lloyd Webber - che hanno consacrato la popolarità di questa originalissima opera scritta da Leroux nel 1911. La storia dell'amore di Erik - costretto a nascondere le sue orrende fattezze dietro una maschera - per Christine, la giovane soprano tanto graziosa quanto inesperta, si svolge tutta nell'ambiente del teatro dell'Opera, che diviene alter ego del Fantasma, luogo che crea l'azione. Campione di tutti gli eccessi, "mostro" al pari di Frankenstein e del Conte Dracula, la educherà, s'impossesserà di lei, riuscirà a far sgorgare dal petto della sua schiava d'amore una voce sublime.
Una macchina narrativa sapientissima consente a Leroux di tenere in perfetto equilibrio commedia, avventura, poliziesco e grandguignol; così che alla fine della lettura ci accorgiamo di essere stati catturati da una storia tanto carica di suggestioni quanto lineare ed emblematica.

lunedì 12 dicembre 2011

Inheritance di Christopher Paolini

Sembrano appartenere a un’altra vita i giorni in cui Eragon era solo un ragazzo nella fattoria dello zio, e Saphira una pietra azzurra in una radura della foresta. Da allora, Cavaliere e dragonessa hanno festeggiato insperate vittorie nel Farthen Dûr, assistito ad antiche cerimonie ad Ellesméra, pianto terribili perdite a Feinster. Una sola cosa è rimasta identica: il legame indissolubile che li unisce, e la speranza di deporre Galbatorix. Non sono gli unici a essere cambiati, però: Roran ha perso il villaggio in cui è cresciuto, ma in battaglia si è guadagnato rispetto e un soprannome, Fortemartello; Nasuada ha assunto il ruolo di un padre morto troppo presto, e porta sulle braccia i segni dell'autorità che ha saputo conquistare; il destino ha donato a Murtagh un drago, ma gli ha strappato la libertà. E ora, per la prima volta nella storia, umani, elfi, nani e Urgali marciano uniti verso Urû’baen, la fortezza del traditore Galbatorix. Nell'ultima, terribile battaglia che li attende rischiano di perdere ciò che hanno di più caro, ma poco importa: in gioco c'è una nuova Alagaësia, e l'occasione di lasciare in eredità al suo popolo un futuro in cui la tirannia del re nero sembrerà soltanto un orribile sogno.

Tutto è inziato con Eragon...
Tutto finisce con Inheritance.