Divertita denuncia dei pericoli di un'acritica accettazione della letteratura, Northanger Abbey è al tempo stesso un'appassionata difesa della scrittura romanzesca che, da parodia dei falsi orrori propri della narrativa gotica, insensibilmente si muta in un romanzo di disincantato realismo le cui vicende mettono a nudo, con spietata eleganza, gli orrori autentici della realtà quotidiana.
Pubblicato postumo agli inizi del 1818, ma pronto per la stampa del 1803, Northanger Abbey è forse il più inconsueto tra i romanzi di Jane Austen, un raffinatissimo gioco intellettuale in cui realtà e immaginazione si affrontano riflettendosi l'una nell'altra, nell'apparente semplicità di una narrazione di straordinaria immediatezza.
"Se è vero che nessuna giovane donna può
permettersi di amare prima che il gentiluomo dichiari il suo amore, deve essere
assai sconveniente che una giovane signora sogni di un gentiluomo prima che il
gentiluomo abbia, in modo risaputo, sognato di lei"
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