New Orleans cupa, malinconica, ambigua… come i personaggi che la abitano; vampiri condannati, vittime e carnefici al tempo stesso, stanchi e disincantati, uomini tormentati come solo la Rice sa descrivere.
Sopra a tutti spicca Louis, talmente esausto da voler condividere la sua pena con un incredulo giornalista al quale racconta la sua esistenza, fatta di perdite continue, solitudine, ed effimeri momenti di apparente felicità dovuti all'impossibilità di poter amare. Come legarsi a una donna senza poter invecchiarle accanto, o senza provare il desiderio di affondare i denti nella vena pulsante della gola?
Come unica fedele compagna, la notte.
Come unico e infedele amico Lestat, il vampiro che, mordendolo, gli ha fatto dono di un'eterna vita di dannazione.
Louis e Lestat sono agli antipodi, l'uno l'alter ego dell'altro.
Dominati da un incontrollabile desiderio di sangue, dall'assurdità che se loro vivono è perché altri muoiono, sono alla ricerca costante di quella pace che non vogliono o non riescono a conquistare. Con mezzi differenti bramano lo stesso irragiungibile piacere.
Ma il nostro ascoltatore, il giornalista, non coglie il significato di un racconto di dolore, dal quale si dovrebbe venire respinti e non attratti, ma resta in superficie, bramando l'eternità, quel morso sul collo che potrebbe donargli la vita eterna.
Un sogno, agli occhi di un uomo che non conosce il significato della parola "condanna".
Romanzo horror, romanzo gotico, romanzo storico e filosofico, Intervista col vampiro ha segnato l'inizio di una delle saghe narrative di maggior successo mondiale degli ultimi anni. Con il suo capolavoro, Anne Rice ha ricreato il mito notturno del vampiro, trasformandolo in una figura oscuramente luminosa capace di incarnare, e di raccontare, i mali, le paure, le angosce di noi contemporanei.
1 commento:
Bella recensione. In poche parole c'è tutta la passione del libro.
Posta un commento